Primo romanzo edito da WM Edizioni, con la prefazione del bluesman Mario Donatone: “Blues è la vera ispirazione di fondo di questo romanzo, con il suo realismo, le sue esistenze incompiute, i suoi densi sottintesi psicologici che raccontano più di ogni altra cosa i rapporti umani. Blues sono le conversazioni, sobrie e pungenti, tra i vari personaggi, il loro ambiguo incedere tra sogno e realtà (con qualche concessione all’incubo)”.
Prezzo: | €15,90 |
Dimensione: | 11cm x 3cm x 23cm (LxWxH) |
Descrizione
Primo romanzo edito da WM Edizioni, con la prefazione del bluesman Mario Donatone: “Blues è la vera ispirazione di fondo di questo romanzo, con il suo realismo, le sue esistenze incompiute, i suoi densi sottintesi psicologici che raccontano più di ogni altra cosa i rapporti umani. Blues sono le conversazioni, sobrie e pungenti, tra i vari personaggi, il loro ambiguo incedere tra sogno e realtà (con qualche concessione all’incubo)”.
“Due cose si notano subito della scrittura a quattro mani di Angelo Fabbri e Marilena Migiani: l’estremo dinamismo dell’azione, che aderisce in modo puntuale alla realtà storica di quella società, accompagnandone il febbrile e compulsivo movimento, e la scelta “politically uncorrect” di adeguare la narrazione al clima rude e razzistoide di quel mondo urbano ai margini di sé stesso”.
Chicago è riconosciuta universalmente come la città del blues: questo primato non gli è stato assegnato a caso, ma in virtù di una lunga serie di ragioni storiche e culturali. Dalla fine della schiavitù in poi gli afroamericani si ritrovarono all’interno dei meccanismi quali la dislocazione territoriale del lavoro alla frammentazione sociale e familiare. Il blues e il jazz furono i prodotti artistici che espressero in modo forte e innovativo la creatività e il talento di tanti di loro. Nell’America dei primi decenni del secolo scorso questi generi musicali rappresentarono un originale modo di cantare quel mondo precario. Non troppo diversa era la situazione di chi, come tanti italiani, emigrava dal proprio paese in cerca fortuna. Afroamericani e italiani: due comunità che negli Stati Uniti si sono sempre guardate con una sorta di amore-odio. Dotati di senso collettivo e di fantasia improvvisativa si contendono i primi posti nel mondo dello spettacolo e dello sport. È proprio nel mondo del pugilato che inizia questo affascinante racconto corale, ambientato a Chicago negli anni ‘30 del Novecento. In una malandata palestra gestita da un afroamericano e taglieggiata dalla mafia italiana, si presenta il diciassettenne Micky Sanpaoli – tipica “white hope” – dotato dell’energia e della disperazione che spingono chi viene dal ghetto a gettare il cuore oltre l’ostacolo pur di ingannare il destino. L’apparizione di questo personaggio crea una sorta di aggiustamento tra gli estortori italici e il vecchio uomo di sport, in funzione della preparazione di Micky e del suo lancio nel firmamento della boxe. Da questo scenario si snodano storie più o meno collegate e sono via via introdotti i personaggi che arricchiscono questo affresco sociale ed epocale. Uno dei centri della narrazione è il locale Blues Serenade, gestito da mafiosi italiani, che vede un gruppo musicale neroamericano stabile esibirsi ogni sera.
La narrazione di Chicago blues è costantemente pervasa dalle tracce di questo mondo musicale alle sue origini, e le dissemina ovunque, dagli angoli delle strade ai sottoscala di palazzi fatiscenti.
Il blues comincia a penetrare in questa storia in sottofondo e accompagna poi tutta la vicenda attraverso personaggi veri o inventati, ma mutuati dalla realtà storica, come Ruth Evangeline Tyson, “the devil’s wife”, chitarrista donna, nera e storpia, che incarna molti dei cliché del blues dell’epoca e del blues a venire: in particolare si vedano i legami, più o meno ostentati, con il diavolo. La scelta letteraria di potenziare l’eco di questa significativa aneddotica con la carica eversiva della figura femminile di Ruth, associata alla sua invalidità fisica, porta con sé una serie di provocazioni simboliche.
Tutti i capitoli sono scanditi da frammenti di brani dell’epoca, e qua e là appaiono sulla scena, in modalità e congiunture totalmente letterarie, icone del blues storico degli anni ‘30, come Bessie Smith e Leadbelly.
Copertina di Ilaria Agostini, titolare della casa editrice. Disegnata a mano come tutte le copertine della WM Edizioni.